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Questa monografia documenta per la prima volta l’opera completa di Letterio Scalia (Acireale 1908 - Roma 1996), pittore, illustratore, autore di grafica pubblicitaria e di manifesti cinematografici. Attraverso lo studio dei materiali documentari conservati nell’Archivio Letterio Scalia (Roma) si è potuto fare luce su un artista versatile, la cui figura appare moderna ed emblematica del periodo chiave tra le due guerre quando, da una parte, l’arte ha un ruolo incisivo nella vita culturale e politica del nostro paese e, dall’altra, le espressioni di arte popolare si servono della creatività di molti per stimolare i desideri in una società in via di mutazione e soddisfare le richieste di un’industria cinematografica, alimentata dalle novità d’oltreoceano.

Dopo aver frequentato il liceo artistico in Sicilia, il giovane Scalia si trasferisce a Roma dove studia pittura con Umberto Coromaldi all’Accademia di Belle Arti. Il giovane si forma sugli scritti di Friedrich Nietszche e di Anatole France e sull’arte di Filippo Palizzi e di Giulio Aristide Sartorio. La sua pittura si esprime attraverso figure e paesaggi che affondano le proprie radici nella tradizione ottocentesca non solo italiana, ma anche tedesca. Culmine di questa stagione artistica è la personale del 1938. Durante il secondo conflitto mondiale è fatto prigioniero sul fronte africano e trasferito in campi di prigionia in America; qui continua l’esercizio della pittura che diventa un documento amaro della sua condizione. Dal dopoguerra Scalia si dedica con intensità al paesaggio e partecipa a premi di pittura e a esposizioni pubbliche. Importante è la sua attività di docente e poi di direttore, dal 1965al 1978, nella Scuola di Arti Ornamentali del Comune di Roma; in questo periodo l’Istituto conosce un rinnovamento delle strutture e una fioritura dell’attività degli allievi e dei docenti grazie all’organizzazione di significative mostre annuali.

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